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Lavoro, cresce il burnout

Oggi, mediamente il 48% dei lavoratori sta affrontando un burnout, ovvero uno stato di esaurimento caratterizzato da scarsa motivazione e sensazione di inefficienza. E in generale, quasi la metà dei lavoratori a livello globale soffre di patologie legate allo stress lavorativo.

Four Keys to Boosting Inclusion and Beating Burnout è la nuova ricerca di Boston Consulting Groupcondotta su 11.000 lavoratori in otto Paesi di diverse aree geografiche, che indaga queste dinamiche. L’analisi quantifica anche il sentimento di inclusione dei dipendenti utilizzando l’indice BLISS, uno strumento statistico che ne identifica i fattori a maggiore impatto. Emerge che burnout e inclusione sono strettamente legati in tutti i mercati analizzati: la probabilità di burnout aumenta con una bassa inclusione in ogni mercato, da 1,2 a 2,6 volte. Allo stesso tempo, quando l’inclusione aumenta, dal quartile più basso a quello più alto, il burnout si dimezza, dimostrando che l’inclusione dovrebbe essere parte della soluzione per ridurlo.

Gli elementi che hanno il maggiore impatto sul senso di inclusione dei dipendenti, sono stati identificati da BCG in:

  • Accesso alle risorse
  • Supporto da parte della leadership
  • Senso di sicurezza psicologica con il proprio manager diretto
  • Eque opportunità di crescita

Significativo anche il maggior riscontro di sintomi da burnout in alcuni gruppi specifici di dipendenti, come afferma Sara Taddeo, Diversity, Equity & Inclusion Senior Manager di BCG:

“Sappiamo che nei primi 4 mesi del 2024, il numero di italiani che manifestano disagio sul lavoro è aumentato rispetto all’anno scorso, una situazione allarmante che non può essere ignorata dalle aziendeLo sviluppo di ambienti inclusivi potrebbe giocare un ruolo importante poiché è direttamente collegato al benessere dei dipendenti. Quando questi si sentono inclusi, infatti, sono anche più motivati, produttivi e hanno maggiori probabilità di non abbandonare il lavoro. A dimostrarlo è il riscontro della prevalenza di sintomi da burnout in alcuni gruppi di dipendenti: donne, membri della comunità LGBTQI+, persone con disabilità e i lavoratori senza postazione fissa, che lo sperimentano fino al 26% in più rispetto al resto della popolazione aziendale.”