Gdo, cresce la richiesta dello sviluppatore
Innanzitutto serve una conoscenza approfondita delle normative urbanistiche e della legislazione comunale, una predisposizione ai rapporti interpersonali e una padronanza dei più comuni sistemi operativi. Poi occorrono buone capacità organizzative, che vanno dal problem solving alla negoziazione. Sono i requisiti base per essere un buon sviluppatore commerciale nel retail, una figura professionale particolarmente correlata al settore della grande distribuzione e che prevede uno standard elevato di competenze per le trattative di affitto o acquisto di immobili. Generalmente è richiesta un’esperienza di due o tre anni nel settore immobiliare o in una posizione similare nella grande distribuzione. Lo sviluppatore è una professione molto ricercata nelle catene discount; è un ruolo in crescita, in quanto la grande distribuzione deve sempre più presidiare il territorio per cogliere tutte le opportunità di sviluppo e di crescita, anche attraverso l’apertura di nuovi punti vendita. Si occupa quindi di pianificare e programmare lo sviluppo dei punti vendita sul territorio di competenza, ricercando le migliori ubicazioni. Conduce la trattativa economica e ottiene le autorizzazioni edilizie e commerciali. Questo professionista è chiamato inoltre a gestire il progetto fino all’apertura del punto vendita, coordinandosi con l’addetto al controllo di gestione, con il settore giuridico e la direzione lavori. Risponde al responsabile o direttore dello sviluppo, che coordina più sviluppatori, o al direttore del patrimonio immobiliare del Gruppo. Oltre al reperimento delle location, alla loro standardizzazione secondo i format aziendali e alla loro normalizzazione, questo profilo si occupa anche di gestione degli immobili, dal facilty all’asset.
L’importanza di questa figura all’interno della gdo è legata alla ricerca e alla valutazione della qualità della location che è strategica per il successo del punto vendita da acquistare, in uno scenario sempre più competitivo, anche all’interno dei singoli canali. La selezione delle opportunità sul territorio, la pianificazione delle aperture, l’analisi delle prospettive di sviluppo, nell’ambito di strumenti urbanistici e legislativi in evoluzione, non possono infatti essere delegate a figure professionali esterne all’azienda distributiva. In questo ambito organizzativo non esiste un singolo sviluppatore, ma un team strutturato che va dalle mansioni esecutive a quelle strategiche e decisionali.
Per questa professione è richiesta flessibilità e mobilità, ma anche automotivazione, in quanto i risultati non sono riscontrabili nell’immediato. Le figure professionali in questi ultimi anni si sono mescolate, anche con la crescita del settore real estate che ha dato un grande impulso a gestire patrimoni immobiliari importanti per la negoziazione immobiliare o per la valorizzazione finanziaria
“Nel 2021 la pianificazione delle aperture dei punti vendita è proseguita positivamente: abbiamo aperto recentemente a novembre a Montramito, in provincia di Lucca, a dicembre a Genova e a Firenze “, spiega Fortunato Della Guerra, direttore tecnico di Inres Coop.
“Poi abbiamo provveduto alla riqualificazione di alcuni punti vendita: innanzitutto abbiamo ridimensionato alcuni supermercati a Carpi, in provincia di Modena, a Bari e a Roma, ma ci siamo dedicati anche alla riqualificazione, ovvero alla creazione di un’impiantistica più moderna ed ecologica“, conclude il direttore tecnico.
Anche Decathlon è stata attiva nella pianificazione di punti vendita nel 2021. Le strategie volte ad aumentare l’experience omnicanale di contatto continuano ad essere al centro degli investimenti. Otto nuovi negozi hanno aperto le loro porte agli sportivi l’anno scorso:
Trapani, Asti, Ponte nelle Alpi (Belluno), Lonato del Garda (Brescia), Venaria Reale (Torino), Roma Ostiense, Taranto, Bologna. Quest’ultimo punto vendita avvia per l’Italia un nuovo concept: uno store di prossimità, sviluppato su una superficie ridotta di 620 mq, raggiungibile a piedi, in bici, in monopattino o con i mezzi pubblici. Decathlon Bologna City è infatti pensato per rispondere alle esigenze di quartiere, ai lavoratori del centro, agli studenti degli atenei e agli oltre 3 milioni di turisti che ogni anno visitano la città.
“Dopo un 2020 totalmente improntato alla sperimentazione continua di modelli di vendita e servizi alternativi, recentemente abbiamo potuto riprendere il piano di investimenti sul nostro modello di business omnicanale”, osserva Fulvio Matteoni, amministratore delegato di Decathlon. “Il 2022 ci vedrà ulteriormente impegnati nel raggiungere fisicamente i territori dove non siamo ancora presenti, garantendo un’offerta digitale sempre più ampia’’, conclude Matteoni.