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Più lavoro ibrido per i lavoratori


PageGroup, azienda attiva a livello internazionale nel settore della ricerca e selezione specializzata, in un survey, ha analizzato le aspettative di manager e dipendenti in termini di remote working, flessibilità, benessere e produttività.

“Quando si parla di lavoro ibrido – precisa Tomaso Mainini, amministratore delegato di PageGroup Italia e Turchia – c’è una netta differenza tra ciò che pensano i lavoratori e la percezione dei manager. Dall’indagine che abbiamo condotto recentemente, infatti, emerge molto chiaramente che il 90% dei dipendenti ritiene che lavorare più giorni da casa avrebbe benefici sulla produttività, mentre chi ricopre posizioni di leadership è decisamente più scettico sull’argomento. Questa netta differenza di visione rischia di avere impatti notevoli sulle strategie di talent attraction e talent retention perché, se le scale valoriali non coincidono, il rischio di perdere i migliori talenti è elevatissimo”.

 

Perché il lavoro da remoto sembra funzionare meglioL’89% delle persone in cerca di lavoro afferma di concentrarsi meglio quando lavora da remoto, mentre l’82% riferisce di sperimentare una migliore gestione del tempo. Inoltre, il 72% afferma di essere meno distratto dalle conversazioni con colleghi e il 52% si sente più efficiente quando può controllare autonomamente il proprio ambiente, dall’illuminazione alla temperatura. Su questi aspetti – legati essenzialmente alla gestione del tempo, alla salute mentale e al miglior bilanciamento tra vita professionale e vita privata – anche molti manager sono d’accordo. E questo è certamente molto positivo.

“Gestire un team da remoto – aggiunge Tomaso Mainini – richiede competenze nuove e buone sinergie soprattutto in termini di collaborazione e lavoro di squadra o di relazioni con la leadership. Il 26% dei manager, infatti, ritiene che il lavoro in remoto non favorisca la collaborazione, mentre il 55% dei non manager crede che, invece, la migliori. Non solo: se il 47% dei dipendenti ritiene che il lavoro da remoto migliori il rapporto con il proprio manager, solo il 12% di chi occupa posizioni apicali è d’accordo. Il 29% dei manager, infine, considera il lavoro da remoto dannoso per le relazioni di squadra, mentre solo il 18% dei dipendenti condivide questa visione. Appare evidente quanto i manager considerino il lavoro da remoto vantaggioso per i singoli individui, ma meno utile a creare le sinergie di team e aumentare la produttività generale. Ciò riflette non solo un divario di aspettative, ma una questione di percezione più profonda che non deve essere trascurata: fattori come il benessere, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e la salute mentale per i dipendenti sono strettamente collegati, ma al tempo stesso la produttività per le aziende rimane la principale priorità. Diventa quindi fondamentale acquisire le competenze di leadership per supportare e migliorare la produttività dei dipendenti da remoto perché, ora, non è più possibile aspettare”.