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Il PNRR punta sul lavoro

Il PNRR investe nell’istruzione, formazione e lavoro nel periodo 2021-2026 con l’obiettivo di intercettare, formare e/o inserire al lavoro 6,4 milioni di persone. Una spinta senza precedenti, se si pensa che nell’ultima programmazione europea 2014-2020 le risorse impegnate per questi tre ambiti dal Fondo Sociale Europeo ammontavano a 12,14 miliardi di euro (quota UE). A queste risorse si potrà aggiungere larga parte dei 14,8 miliardi dei nuovi fondi europei per istruzione, formazione e lavoro (+15% rispetto alla programmazione precedente) del ciclo 2021-2027 del FSE+. Una grande opportunità per lo sviluppo e rafforzamento delle competenze e per le politiche attive del lavoro, ma anche una sfida di integrazione e armonizzazione degli interventi, da cogliere con una programmazione integrata e complementare.

Lo rivela la ricerca “Il PNRR, un booster per le politiche di istruzione, formazione e lavoro”, realizzata da Intellera Consulting, presentata  a Roma, in occasione del convegno “Istruzione, Formazione e Lavoro nel PNRR”, in cui la società di consulenza organizzativa, gestionale e tecnologica al servizio del settore pubblico e privato ha messo a confronto rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, delle organizzazioni coinvolte nell’attuazione delle politiche, delle parti sociali e datoriali.

“Il PNRR rappresenta un booster di investimento senza precedenti per la filiera istruzione, formazione e lavoro, con una dotazione di risorse da oltre 29 miliardi di euro che si aggiunge a quelle della nuova programmazione europea – spiega Roberto Trainito, Associate Partner di Intellera Consulting -. Per integrare e rendere complementare gli interventi, è necessario un coordinamento che concentri l’azione sulle aree meno coperte dal Piano nazionale, programmando con flessibilità le misure regionali/locali. L’Italia dovrà essere in grado di evitare sovrapposizioni, prevedendo differenze di target e di scala, rafforzando il principio di addizionalità richiesto dalla politica di coesione. Fondamentale sarà progettare interventi rivolti in primis alle persone, i fruitori finali di politiche, percorsi e soluzioni”.

Istruzione, formazione e lavoro nel PNRR. L’analisi di tutti gli interventi riconducibili alla filiera istruzione formazione e lavoro, non solo le Missioni espressamente dedicate come la 4, Istruzione e Ricerca, e la 5, Inclusione e Coesione, rivela come nel PNRR siano presenti componenti di questi ambiti in diverse altre, come quelle dedicate a digitalizzazione, transizione ecologica e salute, tra interventi per l’infanzia, l’istruzione primaria e secondaria, la formazione professionale e le politiche attive, l’istruzione terziaria e il potenziamento della PA. Anche non considerando la componente destinata alle infrastrutture (circa il 48% delle risorse), gli interventi del PNRR per la filiera IFL “pura” valgono 15,3 miliardi di euro.

Tra i diversi interventi previsti, l’ambito che incide di più è quello dell’istruzione, a cui è dedicato il 70% delle risorse, seguito da lavoro (17%), formazione (8%) e potenziamento delle competenze della PA (5%). Se si escludono gli interventi infrastrutturali, la distribuzione cambia in 43% per l’istruzione, 33% per il lavoro, 15% per la formazione e 9% per il potenziamento della PA.
Un ruolo fondamentale di attuazione sarà svolto da Regioni e Comuni. Nello specifico, gli Enti locali gestiranno circa il 43% delle misure della filiera IFL, tutte di natura infrastrutturale, come il Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica o Scuola 4.0. Le Regioni, invece, sono soggetti attuatori di 9 interventi, tra investimenti e riforme, che cubano circa 7,5 miliardi di euro (il 26%), come le politiche attive del lavoro e formazione o lo sviluppo di competenze tecnico – professionali nell’ambito Sanità.

Programma GOL. Nell’ambito della Missione 5, il PNRR destina 4,4 miliardi di euro per il quinquennio 2021-25 al Programma Garanzia di Occupabilità per i Lavoratori (GOL), perno della riforma delle politiche attive del lavoro, che prevede percorsi di reinserimento lavorativo e di riqualificazione professionale, con un obiettivo di almeno 3 milioni di beneficiari entro il 2025, per cui nell’ambito del PNRR, accanto alle risorse per il finanziamento dei servizi, sono stati stanziati 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri Pubblici per l’Impiego.

Il successo del Programma GOL dipende da alcune sfide per i sistemi regionali dei servizi per il lavoro. Prima di tutto, la prossimità dei servizi dei Centri per l’Impiego, che attualmente gestiscono 709 utenti per addetto (Rapporto di Monitoraggio 2020 ANPAL) e devono essere potenziati per rispondere alla grande domanda di servizi. Poi, la cooperazione tra pubblico/privato, insieme ad enti formativi e la rete dei soggetti del sistema economico-sociale del territorio per il lavoro e l’inclusione. I Centri per l’Impiego devono diventare punto di riferimento nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro territoriale, con la stipula di «patti territoriali» per fornire strumenti formativi dedicati e condizionati all’assunzione rispondenti alle effettive esigenze della domanda.

Le tecnologie digitali. Un alleato del programma GOL possono essere le nuove tecnologie digitali, grazie a cui si possono introdurre strumenti innovativi per i servizi di formazione e di politica attiva del lavoro. Nell’assessment e nell’orientamento, ad esempio, le piattaforme di analisi di Big Data possono supportare le attività di Skills Intelligence, per raccogliere, analizzare, comprendere dati in ottica predittiva. Strumenti digitali possono aiutare i meccanismi di profilazione, per personalizzare i percorsi di formazione e orientamento. Le piattaforme di recruiting possono favorire la trasparenza e la condivisione dell’informazioni.

Nella formazione, un supporto può venire dal riconoscimento di digital credentials: gli “Open Badge” che attestano la partecipazione ad un evento/seminario (Soft Badge) o il superamento di prove di assessment (Skills Badge), oppure i “Microcredentials” che attestano i risultati acquisiti in un corso o modulo formativo. E con la tecnologia Blockchain è possibile assicurare certezza e spendibilità legale dei titoli e delle certificazioni, per presentare il titolo formativo digitale ad un’istituzione o ad un potenziale datore di lavoro in modo rapido, economico e sicuro.