Crescono i lavoratori che vogliono cambiare azienda
Da una analisi realizzata dal Gruppo Cegos, player nel Learning & Development, emergono dei dati per comprendere i cambiamenti che incidono sul mondo della formazione, anche e soprattutto a seguito della crisi legata al COVID-19. L’indagine ha coinvolto 377 rispondenti tra i professionisti HR (di cui 60 italiani) e 4.005 dipendenti (di cui 501 italiani), suddivisi tra 7 Paesi: Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Singapore e Brasile, oltre appunto la nostra penisola.
Tra le prime evidenze:
- 3 dipendenti italiani su 4 pronti a un cambio totale di carriera per dare un maggior significato alla propria vita professionale.
- L’84% degli HR è consapevole del fenomeno e sta pensando a programmi di riqualificazione, ma solo il 24% li ha già attuati. Il 60% pensa anche alla mobilità interna per far fronte ai cambiamenti richiesti e trattenere i talenti.
- Lo sviluppo delle competenze è sempre più vitale per adattarsi alle trasformazioni in atto: trasformazione digitale (61%), nuove modalità di lavoro (52%) e sicurezza informatica/cybersecutiry (39%) sono le 3 grandi sfide che avranno il maggior impatto secondo gli HR Manager, tanto che il 37% dei programmi di formazione implementati sono programmi di upskilling o di professionalizzazione (36%).
- Oggi quasi tutti i dipendenti sono disposti ad autoformarsi e le imprese devono incoraggiare i “serial learner”
- Solo il 40% dei lavoratori ritiene che l’organizzazione soddisfi le proprie esigenze di formazione “just in time” e il 42% che la risposta arrivi troppo tardi rispetto a quando si è manifestato il bisogno formativo.
- Tra le nuove modalità formative, tre sembrano suscitare un crescente interesse: l’Adaptive Learning (45%), il Social Learning (42%) e il Design Thinking (41%).