Buone prospettive per le professioni green
di Robert Hassan
Esperto ambientale, HSE manager, waste manager, giurista ambientale, mobility manager, sustainability manager, energy manager. Queste le professioni green più richieste dal mercato, grazie anche gli investimenti derivanti dal Recovery Plan e dal Next Generation UE. Lo rivela un’analisi di TuttoAmbiente, società di consulenza e formazione in ambito green economy.
Dall’analisi emerge inoltre che green e digitale insieme rafforzano la capacità competitiva delle aziende. Le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi. Il risultato si nota anche a livello occupazionale: l’occupazione green nel 2018 (ante Covid) è cresciuta di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali.
“La maggior parte delle aziende e, in particolar modo le PMI, non sono attente alla gestione ambientale interna” afferma Stefano Maglia, già docente di diritto ambientale presso l’Università degli studi di Parma, nonchè formatore e presidente nazionale dell’Associazione Italiana Esperti Ambientali (Ass. I.E.A.) e presidente e amministratore delegato di TuttoAmbiente che ha organizzato un master sulla figura dell’esperto ambientale. Questo ruolo non trova riferimento nei testi legislativi, né è definito come autonoma professione o con precisi requisiti ma, come spesso accade in questa materia, è spesso invocato dalla giurisprudenza che ha così permesso, nel tempo, di configurarne caratteristiche e profili di responsabilità.
L’esperto ambientale ha ormai acquisito un ruolo centrale, non solo ai fini della comprensione della normativa ambientale, e quindi in funzione preventiva rispetto alla commissione di eventuali illeciti, ma anche dal punto di vista procedimentale, ponendosi quale interprete privilegiato delle disposizioni normative e garante della loro corretta applicazione pratica. Il settore ambientale è indubbiamente uno di quelli che offre maggiori opportunità di crescita e sviluppo dal punto di vista professionale. Il loro contributo è prezioso sia dal punto di vista della prevenzione, sia sotto il profilo probatorio, verificato che la giurisprudenza è oramai costante nel riconoscere la buona fede solamente a chi dimostri di aver fatto tutto il possibile per applicare correttamente le disposizioni di legge, anche ricorrendo a esperti giuridici.