Aumentano i lavoratori che lasciano il lavoro
Cresce il numero di persone che decidono di lasciare il proprio lavoro, in alcuni casi senza avere già pronta un’alternativa e – con una certa frequenza – facendo scelte professionali non in linea con quanto, fino ad oggi, viene considerato normale.
“Non dobbiamo pensare – precisa Orazio Stella, senior partner di Loriga&Associati, società di ricerca e selezione – che questo fenomeno sia riconducibile ad un’idea astratta di aprire, come spesso sentiamo dire, un chiringuito su una spiaggia tropicale, ma è legato alla volontà, sempre più concreta e tangibile, di cercare (e trovare) un lavoro maggiormente in linea con le proprie ambizioni personali, i propri valori e le priorità di ciascuno. Ed è questo l’aspetto sui cui le aziende e i manager dovranno concentrarsi: fino a pochi anni fa, il lavoro era il mezzo attraverso il quale generare il reddito necessario a soddisfare I propri bisogni materiali. La propria realizzazione professionale era sicuramente importante, ma in qualche modo considerata meno prioritaria. Oggi, ed in futuro lo sarà sempre di più, non è così: le persone in generale, e quelli nati dal 1990 in misura ancora maggiore, sono molto meno disponibili a negoziare la propria realizzazione personale e professionale e a scendere a compromessi, anche a fronte di una retribuzione interessante”.
Lo stipendio, da solo, non basta più: cosa dovranno fare le aziende? I numeri parlano chiaro: secondo una recente indagine, negli ultimi 12 mesi ha cambiato lavoro il 76% dei Millennials ed il 28% della Generazione X. In meno del 10% dei casi, però, la retribuzione è stata un fattore decisivo nella scelta. Manager e imprenditori saranno chiamati a costruire una relazione che vada ben al di là del mero scambio tempo – stipendio. Dovranno, quindi, strutturarsi con competenze specifiche – almeno fino ad ora raramente presenti in azienda – soprattutto in ambito Risorse Umane e Organizzazione per evitare di perdere i migliori talenti e, di conseguenza, rischiare di compromettere il proprio business. Rivedere le priorità, dunque, sarà fondamentale: un eventuale aumento dello stipendio potrà anche essere un elemento trainante e motivante, ma deve essere affiancato a una serie di iniziative che aiutino a preservare il benessere delle persone, il loro equilibrio vita professionale – vita privata e consentire di inserire il lavoro in un complessivo progetto di vita, che aiuti a completare la propria realizzazione personale.