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Riprendono le assunzioni nel settore della logistica

Non solo professionisti in ambito Digital & Automation, Customer Care, Operations, ma anche nel settore Process Engineering & Planning e Distribution & Home Delivery. Queste le figure più richieste nel settore della logistica secondo un’analisi di Gi Group, multinazionale del lavoro, in collaborazione con ODM Consulting, con il supporto di Assologistica e dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano.

L’analisi evidenzia inoltre che riguardo il cluster del settore logistico aeroportuale sono stati analizzati essenzialmente 106 ruoli: di questi il 23% sperimenterà una crescita in termini di importanza nei prossimi 3-5 anni, il 70% rimarrà stabile, mentre il 7% registrerà un declino. Le esigenze di mercato sono il principale driver della trasformazione in atto, seguite dal trend di forte investimento in innovazione tecnologica, inevitabile per le aziende del settore che sono alla ricerca di efficienza di processo e flessibilità operativa. Nello specifico, la digitalizzazione con l’integrazione della filiera in ottica di Logistics 4.0 (magazzini e trasporti) e l’automazione di sistemi di movimentazione e stoccaggio (robotizzazione) sono i fattori che maggiormente incidono sul futuro delle professioni e delle competenze. Riguardo il cluster 3PL e Distribuzione, sono stati mappati 101 ruoli, di cui il 39% registrerà un incremento in termini di importanza nel prossimo futuro, il 55% resterà stabile, mentre solo il 6% subirà un declino.

“La transizione verso filiere logistiche e distributive sempre più digitalizzate e automatizzate sta abilitando nuovi modelli organizzativi, operativi e di business”, osserva Michele Savani, division manager logistics sector di Gi Group. “Il settore logistico, caratterizzato dalla continua ricerca di efficienza operativa, sta accelerando il percorso di digitalizzazione della filiera e di riconfigurazione della propria organizzazione per far fronte all’aumento del costo dei fattori produttivi (costo del lavoro, degli spazi di stoccaggio e quello generato da livelli di servizio e personalizzazione sempre più elevati). Il limite principale per la transizione digitale del settore è dato oggi più dalla carenza di skills specifiche che dalla mancanza di soluzioni tecnologiche o dalla capacità di investimento da parte delle aziende: la rivoluzione 4.0 si rivela essere legata alla capacità di governare le risorse umane prima ancora che le tecnologie. Sotto il profilo della ricerca di flessibilità operativa le funzioni Operations e Human Resources stanno ricercando soluzioni che consentano di dotare le proprie organizzazioni delle skills necessarie per competere sul mercato e di renderle sempre più elastiche, in grado ovvero di adattarsi rapidamente alle mutazioni del mercato tramite soluzioni di flessibilità sostenibile (Flexsecurity)”, aggiunge Savani.

“Per rispondere alle sfide del contesto attuale e futuro, è richiesto un grande lavoro sui ruoli e sulle competenze in modo diffuso all’interno dei fornitori di servizi logistici e nelle funzioni di logistica delle aziende committenti”, spiega Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano. “Ciò significa non solo inserire nuove figure professionali, ma in primis comprendere le evoluzioni dei diversi ruoli, ri-definire le organizzazioni logistiche in funzione di quanto emerso, rafforzare le competenze all’interno delle diverse aree funzionali. In un settore in forte evoluzione non è sufficiente focalizzarsi sulle tecnologie per rispondere alle sfide del mercato; la necessità di “mettere a terra” l’innovazione e di adattarsi a molteplici contesti applicativi porta a “investire” sulle persone e sullo sviluppo delle competenze. Il connubio tra tecnologia, organizzazione e sviluppo delle persone è, a nostro avviso, la base della logistica di domani”, conclude Frosi.

Inoltre, l’indagine rileva anche in questo comparto un aumento dell’attenzione alla sostenibilità in ottica ambientale, sociale ed economica.

“Il primo aspetto si traduce in un impegno per ridurre gli impatti sull’ambiente, tenendo in considerazione spazi, strumenti, servizi, fonti di energia, e in una rinnovata sensibilità verso etica e normativa (lavoro sostenibile): coerentemente, lo studio prospetta un trend di crescita delle figure di Environmental & Sustainability Manager e del Responsabile Sicurezza”, sottolinea Rossella Ricco’, responsabile area studi e ricerche ODM Consulting