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Trend e andamenti settoriali

Buone prospettive per il settore manifatturiero

A marzo 2021 il settore manifatturiero ha registrato un +37,7%, una ripresa che risulta importante rispetto al crollo del -29,3% registrata nel 2020.

“Le previsioni positive sono da mettere in relazione anche ad una ulteriore crescita dell’export agroalimentare che lo scorso anno, nonostante la crisi, ha superato il valore record di 46 miliardi di euro”, sottolinea Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Anche le stime sull’export dell’agroalimentare prevedono un comparto in crescita già per il 2021. Il problema nei prossimi mesi non sarà la fine dello stop ai licenziamenti, ma la mancanza di manodopera qualificata. Molti ignorano che l’Italia sia il secondo Paese al mondo per robot e automazione nell’alimentare ed è questo, secondo Filiera Italia, a garantire non solo maggiore produttività, ma anche maggiore sostenibilità della nostra produzione. Il settore alimentare avrà bisogno di trovare almeno 40.000 nuovi addetti nei prossimi 4/5 anni, figure che diventano sempre più difficili da reperire sul mercato, soprattutto nelle regioni in cui si concentra la produzione: il vero valore aggiunto del singolo lavoratore, oggi, è nelle sue competenze e nella sua capacità di essere occupabile”, continua Luigi Scordamaglia.

Intelligenza artificiale e robot, dunque, saranno sempre più utilizzati dalle aziende ed è logico preventivare che alcune attività tradizionali saranno progressivamente sostituite da qualche forma di automazione industriale; è già avvenuto nelle precedenti rivoluzioni industriali, accadrà ancora nel futuro.

“Nel passato abbiamo anche visto che non è mai mancata la richiesta di lavoro, anzi; è facilmente prevedibile che una futura evoluzione digitale renda obsolete alcune professioni tradizionali, creando nuove figure professionali che per ora non sono ancora prevedibili”, osserva Cristiano Pechy, presidente di AISO, Associazione Italiana delle Società di Outplacement. “I lavori che nei prossimi 10 anni saranno destinati alle “macchine” sono molteplici: dall’assistenza ai clienti al postino, dal cassiere all’autista, dal contabile all’operaio. Ma sarà sempre necessario l’intervento umano in molte attività come ad esempio la programmazione, il controllo qualità, la governance”, conclude Pechy.

Riguardo l’assistenza clienti, le chat bot automatiche e sistemi vocali come Alexa (Amazon) e Siri (Apple) sono già in grado di rispondere a domande e quesiti basilari che arrivano dagli utenti. Nei prossimi anni, la tecnologia sarà più sofisticata e capace di assistere anche telefonicamente i clienti. Con l’ausilio di algoritmi e dati disponibili online, non sarà difficile per i bot tentare di venderci merci e prodotti al telefono, trasformando profondamente il mercato del telemarketing come lo conosciamo oggi.

Riguardo i contabili, inoltre, esistono già diversi software e app disegnati per compilare la dichiarazione dei redditi in autonomia. In futuro questo trend è destinato a rafforzarsi, diminuendo così la necessità di rivolgersi ad un contabile per diverse mansioni che potremo sviluppare in autonomia. Ma dietro ci sarà sempre l’uomo.

Anche i cassieri sono a rischio estinzione. Ben presto alla cassa talvolta ci sarà una macchina al posto della cassiera, in grado di raccogliere i soldi, darti il resto e magari farti usare il bancomat. Già succede al Mc Donald’s, dove l’ordine e il pagamento (cashless) si possono fare tramite totem con tanto di video integrato per accorciare i tempi di ordinazione e pagamento. Per la verità, il successo di questo genere di automazione dipenderà molto dalla nostra volontà, in quanto consumatori, di svolgere una serie di operazioni di pagamento in ottica di check out automatico. Sono molti coloro che ancora preferiscono pagare alla cassa ad una persona in carne ed ossa.

“La storia dimostra che l’avvento delle macchine non ha inciso negativamente sull’occupabilità delle risorse umane, come si potrebbe superficialmente pensare, piuttosto ha agevolato e alleggerito la loro fatica e al contempo aumentato la resa produttiva per le imprese”, osserva Gabriele Cardia, vice direttore generale di Federalimentare. “L’evoluzione tecnologica è un processo irreversibile che deve essere accompagnato da un contestuale investimento sulla formazione continua delle maestranze, volta ad evitare la obsolescenza professionale. Nelle imprese alimentari la gran parte dei processi produttivi è ormai gestita e coordinata mediante uso di computer e devices vari, che programmano i cicli di lavoro delle linee di produzione, segnalano alert e disfunzioni, guidano il personale persino nelle operazioni di manutenzione. E’ bene però precisare che gli strumenti tecnologici sono al servizio dei lavoratori e non il contrario”, conclude Gabriele Cardia.