Più benefici dell’inclusione lavorativa
Di Robert Hassan
Per quasi il 72% dei clienti l’inclusione lavorativa è un fattore di lealtà e advocacy: quanto più un brand-insegna viene percepito come inclusivo, tanto più il cliente sarà disposto ad acquistare, recandosi nel punto vendita e a diventarne ambassador, consigliandone l’esperienza per gli acquisti.
Lo rivela una ricerca realizzata da Altis Università Cattolica per Federdistribuzione. Lo studio ha coinvolto nove direttori del personale di altrettante aziende del settore, 2.010 dipendenti e 1.679 clienti.
La ricerca evidenzia inoltre che il 94,1% del campione è d’accordo nel ritenere che l’inclusione lavorativa coincida con un insieme di iniziative volte a includere le persone nel mondo del lavoro indipendentemente dal sesso e che, viceversa, il numero di clienti, secondo cui l’inclusione lavorativa corrisponde alla messa in atto di iniziative volte a includere le persone indipendentemente dall’età anagrafica (83,4%) o indipendentemente dalle abilità motorie e/o psichiche (76,2%) risulta più basso. Ancora più basso è invece il numero di persone secondo cui l’inclusione lavorativa corrisponde all’avere in organico una determinata percentuale di persone con determinate caratteristiche. In particolare, il 71,1% è d’accordo nel ritenere che inclusione lavorativa significhi avere in organico una determinata percentuale di donne.
Complessivamente, i dati mostrano una tendenza da parte dei clienti a concepire l’inclusione lavorativa non tanto come la presenza di una determinata percentuale di collaboratori aziendali con differenti caratteristiche, quanto piuttosto come l’attenzione da parte dell’azienda nel far sì che tutti i collaboratori aziendali si sentano pienamente parte del contesto lavorativo in cui operano. Analizzando il punto di vista di chi lavora nel settore, quasi il 63% dei dipendenti si dichiara d’accordo nel definire la propria azienda un luogo dove si respira un clima inclusivo. Anche rispetto alla leadership inclusiva, i dipendenti del settore si dichiarano per il 75% d’accordo sulla possibilità di proporre nuove idee al proprio responsabile. Percentuali simili mostrano la disponibilità del management della grande distribuzione al confronto in caso di problemi, l’apertura a discutere gli obiettivi prefissati ed eventuali nuove opportunità per migliorare i processi.
Dall’indagine è emerso inoltre che per le imprese della distribuzione moderna l’impegno verso l’inclusione lavorativa offre diverse opportunità: l’assunzione di un ruolo a beneficio della collettività e il miglioramento continuo della qualità della vita lavorativa e dell’efficacia delle organizzazioni aziendali, con la conseguente fidelizzazione dei clienti che genera a sua volta effetti positivi in termini reputazionali. In particolare, per le persone che frequentano i punti vendita della distribuzione moderna, la ricerca evidenzia come l’inclusione non significhi semplicemente annoverare all’interno delle organizzazioni collaboratori con differenti caratteristiche, quanto invece dedicare attenzione affinché tutti si sentano parte attiva del proprio contesto lavorativo.
Dal punto di vista della gestione interna del personale, le interviste ai direttori delle risorse umane fanno emergere una relazione positiva tra la promozione di un clima aziendale inclusivo e lo sviluppo, tra i dipendenti, di comportamenti di cittadinanza organizzativa. Atteggiamenti discrezionali positivi che vanno al di là dello svolgimento delle mansioni previste dal contratto di lavoro e che permettono una migliore gestione dell’azienda nel suo complesso.
“Oggi l’impresa non è solo un semplice attore economico che si adatta passivamente ai cambiamenti del mercato, ma si configura sempre di più come un attore sociale che contribuisce al benessere collettivo. Le nostre associate si impegnano costantemente a promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro che sia dignitoso per tutti”, osserva Francesco Quattrone, direttore lavoro e affari generali di Federdistribuzione. “Il tema dell’inclusività è da sempre un valore per le nostre associate che hanno compreso da tempo l’importanza delle persone, attivando iniziative volte a favorire le pari opportunità”, conclude Quattrone.