L’AI integrerà il lavoro del manager
“Non possiamo negare – spiega Davide Boati Senior Executive Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale – che l’intelligenza artificiale porterà a una rivoluzione che avrà un impatto notevole sulle persone e, se non vogliamo farci travolgere, dobbiamo necessariamente imparare a convivere con queste nuove tecnologie che hanno infinite potenzialità, anche dal punto di vista dell’occupazione. Nonostante un normale scetticismo iniziale, un sondaggio che abbiamo condotto recentemente tra circa un migliaio di aziende e candidati svela che due terzi sono ottimisti e credono che i colleghi robot possano facilitare lo svolgimento di alcune attività quotidiane e non rappresentano assolutamente una minaccia”.
Come cambia, dunque, il ruolo del manager con l’AI? Il fatto che l’intelligenza artificiale possa automatizzare alcuni compiti ha un risvolto che, forse, abbiamo trascurato: permette ai manager di concentrarsi maggiormente sulle competenze trasversali, sulla gestione delle persone e sulla creazione di ambienti di lavoro più sani.
“Se è vero – aggiunge Davide Boati – che le macchine riescono a fornire informazioni più precise e puntuali e sono più efficienti quando si tratta, magari, di analizzare una enorme quantità di dati, dobbiamo ammettere che i manager sono fondamentali per creare relazioni di valore, una cultura aziendale e nell’ascolto. In futuro, grazie all’intelligenza artificiale, sarà sempre più facile avere del tempo in più per concentrarsi sulle persone, sul loro benessere e sulle loro esigenze”.
L’AI, dunque, non sostituirà il lavoro di un manager, lo integrerà. Il futuro del lavoro è quello in cui robot e esseri umani lavoreranno fianco a fianco, aiutandosi a vicenda a svolgere il lavoro in modo più semplice, più rapido e migliore.