Energy: opportunità per i data scientists
di Stefania Nigretti
I data engineer e i data scientist sono tra le figure professionali più richieste per le società energetiche. La digitalizzazione dell’energia richiede infatti professionisti capaci di gestire e di analizzare big data. Lo rivela Hunters Group, società di ricerca del personale.
Le figure che si occupano del flusso di megadati (data engineer) e che ne sanno trarre informazioni rilevanti per le scelte aziendali (data scientist) sono indispensabili per definire strategie di business, di marketing e di vendita, oltre che per delineare nuovi prodotti e servizi.
I data engineer hanno il compito di progettare, costruire e mantenere i sistemi di gestione dei dati, che saranno poi analizzati e studiati dai data scientist. Il profilo del data engineer richiede la conoscenza di modelli matematico-statistici e di algoritmi ma anche la padronanza dei linguaggi di programmazione necessari per implementarli, come R o Python. Sono necessarie inoltre competenze di machine learning.
Il data scientist devono sapere analizzare e interpretare i megadati con l’obiettivo di prevedere i trend (generando vantaggi competitivi), di creare nuovi modelli di business e di orientare le strategie societarie. È una figura che ha maturato competenze in ambito digital e dei big data, conoscenza di strumenti di data analytics e di data visualization. Ma ha anche forte sensibilità e orientamento al business, problem solving e capacità relazionali. Una laurea avanzata in statistica, scienze dell’informazione e matematica o informatica è solitamente richiesta per questo tipo di posizione. Gli anni di esperienza sopra i tre sono molto apprezzati dalle società operanti in ambito energetico.
Il mercato energetico sta vivendo una vera e propria rivoluzione, che ha origine nella generazione distribuita, data dall’insieme degli impianti di generazione di potenza nominale inferiore a 10 Megawatt (MW). Dietro questo concetto si cela un nuovo modo di pensare il mercato energetico, nel quale anche i cittadini possono diventare protagonisti. Per promuovere un consumo intelligente le città e i quartieri si trasformano in smart grid e le case in smart home.
“La digitalizzazione dell’energia”, dichiara Davide Boati di Hunters Group “è l’applicazione di una tecnologia intelligente in grado di massimizzare l’efficienza degli impianti. Tuttavia, l’applicazione dell’IoT (Internet of Things) a termostati e caldaie, per esempio, ma anche alla rete elettrica domestica, cominciando dall’illuminazione, richiede competenze di analisi di big data. I data engineer e i data scientist, difficili da reperire sul mercato per la carenza di figure poliedriche con una visione ampia del valore aggiunto che i numeri possono apportare in azienda, sono tra le figure professionali più importanti per le società energetiche in questa fase. Date per assodate le competenze tecniche, a fare la differenza è la capacità di pensare e, quindi, di operare da manager. Il che comporta non solo capacità di analisi, ma anche di interlocuzione con i piani alti delle aziende. Questi profili si posizionano su una retribuzione annua lorda variabile tra i 40.000 e i 55.000 euro”.