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Digital manager da valorizzare in tempi di coronavirus

di Robert Hassan

Settantamila/centomila euro lordi annui. E’ il compenso medio di un head of digital nel retail, in funzione dell’ampiezza delle responsabilità e della crucialità dei progetti di digital transformation. Al head of digital viene richiesta sempre di più una competenza di specifici strumenti IT, ma anche una conoscenza dei processi specifici del retail, che lo metta in grado di definire piani vantaggiosi per l’azienda e per i clienti. Deve saper realizzare un canale online che permette all’azienda di limare i costi rispetto al canale di vendita tradizionale. Ha oggi, inoltre, la responsabilità di contribuire alla crescita del retailer realizzando la digital transformation con l’impiego di moderne tecnologie online, applicazioni mobile, social media e relative applicazioni, gestione mirata delle informazioni acquisite attraverso nuovi mezzi.

L’avvento di nuove tecnologie, non ultimo legate all’intelligenza artificiale, allargherà ulteriormente gli spazi della digital transformation”, spiega Pierpaolo Dalzocchio, partner di Mid Up, divisione di Ward Howell Italia, attiva nella ricerca e selezione di professional e middle management. “La digital transformation era concepita prima essenzialmente come un miglioramento delle tecnologie che quindi avrebbero fornito migliori risultati. Oggi l’enfasi è data meno alle tecnologie, bensì a quello che le tecnologie digitali possono dare. L’investimento nel digital da parte dei retailer è diventato un imperativo, dettato soprattutto dalla presenza dei consumatori sia nel negozio fisico che online. Queste due modalità di acquisto convivono seppure in proporzioni diverse a seconda degli specifici settori, dando luogo a quella che comunemente viene chiamata omnicanalità. Dal punto di vista logistico, la digital transformation consente l’ottimizzazione delle varie fasi di gestione e di lavoro del magazzino, attraverso l’uso di robot e di software capaci di rendere il flusso in entrata e in uscita molto più veloce e di ridurre il rischio di errori e quindi di costi”, continua Pierpaolo Dalzocchio.  

In termini di organigramma, il head of digital riporta al chief information officer o al chief executive officer, a seconda del contesto, dell’ampiezza dell’azienda e dell’importanza che viene conferita alla digital transformation. Talvolta può riportare gerarchicamente al chief executive officer e funzionalmente al chief information officer. 

Il principale cambiamento dell’head of digital è il passaggio da mero gestore della piattaforma di e-commerce a responsabile della comunicazione social del marchio”, osserva Emanuela Luciani, senior partner di Villa & Partners Executive Search. “Si passa, quindi, da una posizione prevalentemente tecnica legata alla progettazione e alla manutenzione del sito a un ruolo di marketing, chiamato a gestire le relazioni con gli influencer e la facilitazione del traffico dei clienti sul web, al fine di allineare la digital experience  online con la  selling experience  del negozio fisico. Si tratta quindi di una figura che è diventata cruciale per il successo dei brand, sia nei settori del lusso e dell’abbigliamento, sia in quelli del retail di massa, perché sviluppa le opportunità di allargamento del business, gestisce il contatto diretto con il consumatore e la rilevazione delle sue aspettative. Queste attività consentono infatti alla marca di passare da una  commodity  a una  customer experience  distintiva, per differenziarsi dalla concorrenza. L’obiettivo finale di questo ruolo è quello di creare una forte coerenza tra l’area digitale e il negozio fisico e di favorire un processo di acquisto che inizi online e si concluda nel negozio fisico”, aggiunge Emanuela Luciani.

La posizione di head of digital è intrinsecamente in crescita. Il suo percorso di carriera può evolvere verso posizioni di marketing.

Un head of digital, a fianco di un head of marketing, è un ottimo influenzatore nelle decisioni che oggi, però, spesso vanno prese velocemente e con una visione davvero integrata”, sottolinea Michele Polico, board member di Acqua Group, società di consulenza che gestisce la promozione e l’organizzazione per aziende nell’ambito della grande distribuzione. “I professionisti provenienti dal digitale, quindi, stanno avendo sempre più ruoli trasversali nelle aziende. Oggi occorre pensare ai negozi non più come a spazi ottimizzati esclusivamente per il sell-out, ma anche per il posizionamento di brand e le strategie di comunicazione”, conclude Michele Polico.