Più assunzioni per le figure in ambito ambientale
Le aziende investono sempre di più nella riduzione dell’impatto ambientale. In tempi di green economy il riciclatore ambientale infatti sarà un ruolo molto richiesto anche in Italia, visto che alcuni problemi, come quello dei rifiuti, hanno fatto crescere la sensibilità nell’opinione pubblica. La legislazione in materia in Italia è di lunga data, ma purtroppo non vengono effettuati i controlli previsti. Le aziende quando intravedono le opportunità di sviluppo fanno gli investimenti necessari e cominciano ad inserire specialisti capaci di migliorare l’intero processo di ritiro, trasporto, trattamento, smaltimento e recupero. In sintesi, la nuova sensibilità dei cittadini spinge le aziende e le istituzioni a dotarsi delle competenze necessarie, non solo per risolvere problemi emergenti, ma anche per costruire elementi distintivi e vantaggi competitivi duraturi nel tempo. Servono essenzialmente competenze di alto livello, partner qualificati ed un forte e sensibile orientamento verso il rispetto dell’ambiente e della natura.
La raccolta, il trattamento, lo stoccaggio intermedio e la fornitura di materiali allo scopo di economizzare risorse e di preservare il nostro ambiente rivestono un ruolo capitale per l’economia e la società. L’importanza sempre crescente di questo aspetto ha determinato la necessità di avere a disposizione figure professionali, come i riciclatori ambientali, sempre più specializzate: operano in maniera orientata ai clienti e sanno quali materiali sono riutilizzabili e lavorati nelle loro aziende. Li prendono in consegna, li separano e li immagazzinano a regola d’arte. Dopo il trattamento con attrezzi e macchine, li caricano su mezzi di trasporto in modo sicuro. Questi professionisti devono saper comprendere le correlazioni di base all’interno del settore e dell’azienda e, per svolgere e documentare i loro lavori autonomamente, utilizzano in modo mirato strumenti e tecniche adeguate. Mediante il trattamento e la reintegrazione di materiale di riciclaggio nel ciclo di produzione e attraverso lo smaltimento professionale di prodotti di scarto, forniscono un importante contributo a favore dell’ambiente.
I riciclatori ambientali proteggono la loro salute mediante l’impiego sicuro di strumenti, apparecchi, macchine e impianti, nonché utilizzando l’equipaggiamento personale di protezione e badando alla propria sicurezza e a quella dei colleghi. Questo ruolo deve osservare le prescrizioni in materia di sicurezza in generale, eventuali prescrizioni assicurative e le disposizioni aziendali e deve essere in grado di riconoscere i materiali ricevuti utilizzando metodi visivi, meccanici, fisici, chimici e biologici. Occorre che sappia allestire documenti di consegna e accompagnatori professionali, conosce il flusso dei materiali ed è in grado di assegnare ciascun materiale riciclabile ricevuto alle diverse tipologie di smistamento e di trattamento all’interno dell’impresa.
Tale figura esegue autonomamente e secondo criteri di economicità i processi operativi, lavora secondo i sistemi di gestione della qualità e di protezione dell’ambiente disponibili nell’impresa o secondo le direttive della stessa, esegue autonomamente semplici lavori di manutenzione e di riparazione sulle macchine e gli impianti. Deve conoscere l’importanza della sicurezza sul lavoro e i suoi pericoli. La laurea è senz’altro richiesta: è preferibile quella in Ingegneria (Ingegneria Energetica, Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente). Si richiedono, oltre alle competenze tecniche, anche e soprattutto quelle sociali e personali, in quanto consentono ai riciclatori ambientali di affrontare le sfide che si presentano nelle situazioni di comunicazione e di lavoro di squadra in modo sicuro e consapevole. La retribuzione parte per profili junior dai 30mila euro lordi annui, fino ad arrivare a 40mila-45mila euro per profili con un’importante esperienza alle spalle.
Il trattamento dei residui quindi è quindi un’attività in crescita: viene prodotta energia rinnovabile non solo dal sole e dal vento, ma anche dalla spazzatura. Il risultato si deve ai gas prodotti dai rifiuti organici e ai termovalorizzatori che bruciano l’immondizia, oltre alle nuove materie prime generate dal riciclo di plastica, carta, vetro, metallo, componenti elettronici e dalla recente filiera dei pneumatici che promette un buon sviluppo.
“Oltre alle figure specifiche che operano nel campo del trattamento e gestione dei rifiuti diventano sempre più importanti, per la corretta conduzione delle attività delle imprese che riciclano materiali, due figure professionali: l’esperto di gestione ambientale e quello di gestione energia”, spiega Pino Bruno, energy manager di Talea del gruppo Coop, azienda che costruisce e gestisce i supermercati e centri commerciali Coop in Liguria. “Il primo sovraintende la corretta conduzione delle operazioni delle aziende che operano nel comparto ambiente, quindi anche le aziende di recupero e riciclo materiali da rifiuto, secondo le norme di riferimento, principalmente la ISO 14001 che garantisce un elevato standard nella gestione dei processi ambientali legati al trasporto e trattamento. dei rifiuti. L’esperto di gestione energia invece è una figura che si sta prepotentemente affermando nel campo dell’industria e dei servizi in quanto è il ruolo individuato dalle norme vigenti in materia energetica come colui che sovraintende alle corrette azioni volte alla gestione dell’energia ed efficienza nella conduzione aziendale”, conclude Pino Bruno.