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Aumenta la richiesta di mediatori creditizi

Mette in relazione la potenziale clientela con le banche o gli intermediari finanziari per la concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma: parliamo del mediatore creditizio che, negli ultimi anni, ha avuto un’importanza fondamentale, di pari passo con la digitalizzazione dei processi di analisi degli istituti di credito ed ulteriormente per la crisi generata dall’emergenza sanitaria Covid-19 e il conseguente lockdown che ha determinato una forte esigenza di liquidità per le imprese.

Per l’OAM, l’organismo di agenti e mediatori, l’iscrizione delle società di mediazione creditizia nel relativo elenco è subordinata al possesso di requisiti di professionalità da parte dei propri esponenti aziendali ai sensi dell’art. 14, comma 2, del D.Lgs. n. 141/2010. In questo elenco possono iscriversi i soggetti con funzioni di amministrazione, direzione e controllo che devono essere scelti secondo criteri di professionalità e competenza fra persone che abbiano maturato un’esperienza complessiva di almeno un triennio attraverso l’esercizio di attività di amministrazione o di controllo o attività professionali in materia attinente al settore creditizio, finanziario, mobiliare. In alternativa, i soggetti che possono iscriversi nell’elenco devono aver maturato un’esperienza di tre anni attraverso l’esercizio di attività d’insegnamento universitario in materie giuridiche o economiche o funzioni amministrative o dirigenziali presso enti pubblici, pubbliche amministrazioni, associazioni imprenditoriali o loro società di servizi aventi attinenza con il settore creditizio, finanziario e mobiliare.

Nei prodotti orientati ad una clientela  corporate, ad esempio, – si legge in una nota dell’OAM – più del 65 per cento dell’intermediato viene effettuato da società di mediazione creditizia, confermando così l’immagine di un comparto fondamentale oggi per il credito. Più spazi quindi per i mediatori creditizi che appunto si occupano di mediare tra aziende e banche e di applicare nuove modalità di analisi dei conti aziendali, sulle quali costruire poi le politiche di finanziamento. La mediazione creditizia raccoglie il testimone dalle  reti fisiche delle banche e diventa sempre più collante fra gli istituti di credito e la clientela. Le società di mediazione creditizia  nel nostro Paese sono storicamente molto numerose, ma solo poche, oggi non più di 300, sono quelle accreditate e controllate dall’Ufficio di Vigilanza dell’l’organismo di agenti e mediatori, a garanzia di professionalità e correttezza ad esclusiva tutela del consumatore.

In questo momento storico è fondamentale essere capaci di interpretare con tempestività le nuove opportunità legislative e quelle offerte dalle relazioni all’interno del mondo finanziario, per valutare e indirizzare con precisione sul mercato del credito le richieste e le necessità finanziarie delle aziende, creando così valore per l’imprenditore, da accompagnare e supportare adeguatamente in una fase ancora difficilissima; è proprio questo il ruolo della mediazione creditizia”, spiega Luca Orsenigo, amministratore delegato di Nove Consulting, società di mediazione creditizia. “Riusciamo a decodificare con la velocità necessaria le normative che si susseguono una via l’altra con gli interventi di sostegno predisposti dal Governo – ha aggiunto Orsenigo – e a integrarle nel rapporto con le banche con gli altri strumenti finanziari esistenti di agevolazione per i crediti e i finanziamenti. Specialmente per le medie, piccole e piccolissime imprese che caratterizzano da sempre il tessuto produttivo italiano, oggi questo tipo di competenza diventa essenziale per garantire loro il buon esito del processo di accesso al credito per quella liquidità necessaria non solo per la ripartenza, ma anche e soprattutto per lo sviluppo di nuovi progetti e nuove idee e l’apertura verso nuovi mercati”, conclude l’amministratore delegato.

Una delle ultime rilevazioni settimanali, registrate dalla Task Force per l’attuazione delle misure del Governo a sostegno della liquidità per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace, rileva che si attestano su volumi elevati, 2,7 milioni, le domande di adesione alle moratorie su prestiti per un valore di circa 299 miliardi. Superano, inoltre, quota 69 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di Sace sono state concesse garanzie per 12,6 miliardi di euro, su 433 richieste ricevute.