Orienta cerca 500 infermieri/e
Orienta seleziona 500 infermieri da inserire nelle strutture pubbliche e private, negli ospedali e nelle case di riposo. La ragione della carenza di infermieri rispetto ad una domanda sempre molto elevata, infatti, non è solo legata al periodo pandemico ma risiede anche in esigenza di tipo strutturali e non solo contingenti. A questo si aggiunge anche l’andamento altalenante della pandemia che non consente ancora di considerarci fuori pericolo
Le prime candidature idonee di infermieri che sono pervenute dal recente avvio della campagna di reclutamento sono state già tutte collocate nel giro di pochissimi giorni, a conferma che il tema della carenza di queste figure sanitarie è ancora molto attuale e prescinde, in parte, dall’emergenza pandemica. Un’esigenza sentita nelle strutture di tutto il territorio nazionale ma con particolare enfasi nelle regioni del Centro e del Nord Italia.
Sotto la media UE. Il nostro Paese registra un tasso di infermieri attivi molto inferiore alla media europea. Basti pensare che, in periodo pre-Covid, in Italia operavano 5,5 infermieri per 1.000 abitanti contro i 7,8 del Regno Unito, i 10,8 della Francia ed i 13,2 della Germania; adesso nel 2022 la situazione non è certo migliorata.
“La carenza di infermieri è ormai contingente su ogni fronte ed il Covid non ha fatto che acutire la problematica. Stiamo andando verso la fine dello stato di emergenza, ma la necessità di infermieri rimane prioritaria sia per gli Ospedali, sia per le Case di Riposo. – spiega Filippo Bruni, Responsabile Orienta Healthcare – Dobbiamo inoltre considerare le linee programmatiche del PNNR che proiettano la figura dell’infermiere sempre più legata al territorio e all’assistenza domiciliare. La situazione è complessa, per uscire da questa impasse è necessario, un mix di interventi strutturali: semplificare davvero la burocrazia per il riconoscimento di titoli esteri e per i requisiti di visto da riconoscere agli infermieri provenienti da fuori EU; allineare le retribuzioni del personale a quelle dei principali paesi EU; riflettere sui percorsi di formazione universitaria. Si parla infatti, ormai da anni, di eliminare il numero chiuso per i corsi di laurea in infermieristica. Il problema è però di risorse, in primis economiche, perché è necessario, anzi prioritario, investire con decisione in questi ambiti”