Parte il corso sull’esperto ambientale
Esperto ambientale, HSE manager, waste manager, giurista ambientale, mobility manager, sustainability manager e energy manager. Queste le figure più ricercate nel settore green e circular economy, grazie anche agli investimenti derivanti dal Recovery Plan e dal Next Generation UE. Lo evidenzia un’analisi di TuttoAmbiente, società di formazione e consulenza in ambito ambientale.
Ormai sentiamo parlare sempre di più di Green Economy ed Economia Circolare e come questa può creare business per superare la crisi e affrontare il futuro. Efficienza energetica e fonti rinnovabili fanno la parte del leone insieme al taglio dei consumi di acqua e rifiuti, a seguire la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie seconde.
Inoltre, emerge chiaramente che green e digitale insieme rafforzano la capacità competitiva delle aziende. Le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi, il risultato si nota anche a livello occupazionale: l’occupazione green nel 2018 (ante COVID) è cresciuta di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali.
“La maggior parte delle aziende e, in particolar modo le Piccole e le Media, non sono attente alla gestione ambientale interna”, afferma Stefano Maglia (già docente, per oltre vent’anni, di “Diritto ambientale” presso l’Università degli studi di Parma) nonchè formatore, consulente e divulgatore che opera ai più alti livelli accademici e istituzionali, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Esperti Ambientali (Ass. I.E.A.) e Presidente e Amministratore Delegato di TuttoAmbiente, la cui attività si fonda su tre settori ben definiti ma tra di loro complementari: consulenza, formazione ed editoria. “Di recente è nata la forte necessità di avere all’interno dell’azienda stessa delle figure professionali altamente specializzate come quella dell’”Esperto Ambientale” e, proprio per questo ho ideato il “Master di Esperto ambientale”, già alla sua 34esima edizione e, recentemente registrato come Marchio”, precisa Maglia, “che si occupa di introduzione al diritto ambientale, riqualificazione ambientale, gestione rifiuti, VIA-VAS-AIA e AUA, scarichi idrici, emissioni, sostanze pericolose, bonifiche e danno, responsabilità e sanzioni”. Questa figura non trova riferimento nei testi legislativi, né è definito come autonoma professione o con precisi requisiti ma, come spesso accade in questa materia, è spesso invocato dalla giurisprudenza che ha così permesso, nel tempo, di configurarne caratteristiche e profili di responsabilità.
“L’Esperto ambientale” ha ormai acquisito un ruolo centrale, non solo ai fini della comprensione della normativa ambientale, e quindi in funzione preventiva rispetto alla commissione di eventuali illeciti, ma anche dal punto di vista procedimentale, ponendosi quale interprete privilegiato delle disposizioni normative e garante della loro corretta applicazione pratica. Il settore ambientale è indubbiamente uno di quelli che offre maggiori opportunità di crescita e sviluppo dal punto di vista professionale.
Il loro contributo è prezioso sia dal punto di vista della prevenzione, sia sotto il profilo probatorio, verificato che la giurisprudenza è oramai costante nel riconoscere la buona fede solamente a chi dimostri di aver fatto tutto il possibile per applicare correttamente le disposizioni di legge, anche “ricorrendo ad esperti giuridici, con ciò adempiendo allo stringente dovere di informazione”.