Nuove regole per il turnaround sostenibile
di Maurizio Quarta – Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors
Per anni, grandi gruppi italiani e stranieri hanno acquisito sul territorio italiano medie aziende in difficoltà con l’obiettivo di carpirne la parte buona, cercando di isolarla dalla parte cattiva attraverso pesanti operazioni di ristrutturazione, talvolta delocalizzando produzioni in paesi a più basso costo, talvolta anche attraverso la cessione fittizia ad un gruppo terzo cui sarebbe spettato l’ingrato e impopolare compito, con l’obiettivo di non “sporcare” l’immagine aziendale. Oggi questo non è più possibile: con l’introduzione della Legge 234 del 30/12/2021 (in particolare con i commi da 224 a 236 dell’Art.1) il legislatore ha inteso definire i paletti di quello che potremmo definire turnaround sostenibile, che dà priorità alla salvaguardia della continuità dell’attività aziendale e dei posti di lavoro e obbliga gli specialisti delle ristrutturazioni ad un ripensamento quasi copernicano del modus operandi attraverso l’integrazione degli aspetti ESG nei loro progetti.
In estrema sintesi, fare turnaround sostenibile significa anche, se non soprattutto, predisporre un piano che preveda la salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso una duplice linea di intervento: la reindustrializzazione, termine ampio che comprende, ad esempio, la verifica di possibili. nuovi azionisti, la cessione parziale di rami d’azienda, il recupero degli immobili industriali per fini sociali, l’elaborazione di business plan alternativi, etc., interventi quali il ricorso ad ammortizzatori sociali, politiche attive per la ricollocazione, misure di incentivo all’esodo fino al supporto ad un eventuale percorso di WBO (Workers Buy Out). E’ abbastanza evidente la variegata molteplicità degli attori in campo, sia pubblici (es. il Ministero del Lavoro, il MISE, le istituzioni sul territorio, le Camere di Commercio, …) che privati (sindacati, associazioni imprenditoriali, professionisti ed esperti di crisi d’impresa, esperti del mercato immobiliare).
La complessità e l’ampiezza dei problemi sul tavolo comporta spesso l’esigenza di mettere in campo un team di persone con esperienze e responsabilità complementari, ovvero un un pool di esperti con la finalità di governare l’intero processo in maniera diretta, per renderlo maggiormente efficace ed efficiente, data la visione globale dello stato effettivo della situazione di cui possono disporre, indispensabile per il coordinamento ed la programmazione degli interventi ritenuti necessari.
Come logica e naturale conseguenza, sono nate società specializzate nelle gestione di questi processi, che possono spesso operare in combinazione virtuosa con progetti di temporary management, in cui anche il ruolo del CTO/CRO (Chief Turnaround – Chief Restructuring Officer) viene ad assumere nuovi contorni e contenuti.
E’ solo con progetti di turnaround sostenibile che sarà possibile mitigare gli impatti sociali dei profondi cambiamenti in atto nel settore automotive, specie a seguito del passaggio a vetture elettriche imposto dall’Europa per il 2030.
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