Lavoro, cresce il mobbing
Aumenta il mobbing nei contesti lavorativi.
Sempre più spesso, sfortunatamente, in numerosi contesti lavorativi riecheggia il triste concetto di mobbing, inteso come terrorismo psicologico nei confronti dei lavoratori; di conseguenza, un numero sempre maggiore di persone si rivolge ad uno specialista per superare gli effetti causati da questa subdola forma di violenza psicologica. Il mobbing rappresenta una forma di abuso esercitato da parte di un collega o dal datore di lavoro. Si caratterizza per i comportamenti vessatori nei confronti di un soggetto o di un gruppo di soggetti. La persona designata è costretta a subire maltrattamenti verbali o ad accettare mansioni che non le competono .
Nei casi più estremi, i soggetti si vedono costretti al licenziamento. Per poter parlare di mobbing, però, è necessario che il comportamento si verifichi per un lungo periodo di tempo e che sia compiuto in modo sistematico nei confronti di un soggetto designato. Il comportamento aggressivo nei confronti del dipendente può portare ad un danno psichico permanente, compromettendo l’equilibrio psicofisico e rischiando di attaccare l’autostima del malcapitato.
I disturbi psicofisici più comunemente riportati sono: insonnia, depressione, ansia, calo dell’autostima. demotivazione e, nei casi più estremi, ideazione suicidarie.
Quando si avvertono i primi sintomi e le prime conseguenze del mobbing, è preferibile correre ai ripari. E’ auspicabile , difatti, consultare un legale per ricevere maggiori informazioni e rivolgersi ad un terapeuta specializzato per superare ed elaborare le conseguenze psicologiche.
Dott.ssa Alessandra Bisanti
Psicoterapeuta cognitivo comportamentale ad indirizzo neuropsicologico